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Titel
Le cifre, le anime. Scritti di storia della popolazione e della mobilità in Carnia


Autor(en)
Ferigo, Giorgio
Herausgeber
Lorenzini, Claudio
Erschienen
Udine 2010: Forum Universitaria Udinese
Anzahl Seiten
348 S.
Preis
URL
Rezensiert für infoclio.ch und H-Soz-Kult von:
Luigi Lorenzetti

Personaggio poliedrico e dai molti interessi, Giorgio Ferigo (1949-2006) è stato una figura di spicco della vita culturale friulana degli ultimi decenni. Accanto alla sua professione di medico, nel corso della sua vita egli ha coltivato innumerevoli interessi, spaziando dalla poesia al teatro e alla storia. Nella sua terra di origine – la Carnia – egli ha svolto un’intensa attività di animatore culturale, partecipando alla fondazione del Coordinamento dei Circoli Culturali della Carnia, dirigendo tra il 1994 e il 1998 il Museo Carnico delle Arti Popolari “Michele Gortani” di Tolmezzo, assumendo la carica di vice-presidente della Società Filologica per la Carnia e curando la pubblicazione di svariate opere. Giorgio Ferigo è inoltre stato redattore dell’annuario «Almanacco Culturale della Carnia» (1985-1991), promotore delle iniziative editoriali “Cjargne Culture” e collaboratore di diverse riviste scientifiche tra cui «Metodi e Ricerche» e «Multiverso », la rivista semestrale dell’Università degli Studi di Udine.

Giorgio Ferigo è stato anche un apprezzato storico che ha saputo tradurre la dimensione locale dei suoi studi in un approccio dalla valenza ben più ampia, in grado di abbracciare ampie porzioni dell’arco alpino. Il bel volume Le cifre, le anime, curato da Claudio Lorenzini e pubblicato sotto gli auspici dell’Associazione culturale Giorgio Ferigo, raccoglie nove ampi saggi pubblicati in varia sede dallo stesso Ferigo tra il 1985 e il 2006; un percorso ultra-ventennale che, attraverso il prisma del mondo carnico, offre l’occasione ai lettori di ripercorrere e rivisitare molte delle tematiche che – come opportunamente scrive Lorenzini nella sua introduzione – proprio in quegli anni hanno condotto a una profonda rivisitazione dei modelli interpretativi riguardanti la realtà materiale e socio-economica delle comunità alpine, affermando un nuovo modo di leggere sia il loro rapporto con le risorse dell’ambiente montano, sia la natura e il significato delle relazioni da loro intessute con il mondo delle pianure e delle città.

In tale ottica, il volume rappresenta una preziosa testimonianza di un percorso di ricerca che, pur svolgendosi ai bordi delle cerchie accademiche, si è distinto per rigore e originalità, come dimostra la curiosità di Ferigo verso la natura pluridimensionale dei fenomeni sociali – dietro i quali, spesse volte, si celano risvolti economici, culturali, religiosi non secondari – o la sua attenzione verso la delicata articolazione tra approcci qualitativi e approcci quantitativi, che egli affronta attraverso un uso sempre attento e critico delle fonti.

I contributi che compongono il volume – tutti centrati sul mondo carnico e fondati su una profonda conoscenza del territorio e della realtà regionale – si snodano attorno a diversi temi chiave della storiografia alpina degli ultimi tre decenni e sono raccolti in tre sezioni distinte, ovvero: le dinamiche demografiche e i comportamenti demografici delle popolazioni carniche del passato, le pratiche di mobilità e l’emigrazione dalla Carnia in epoca moderna (con una particolare attenzione verso l’esperienza migratoria dei cramârs) e, infine, i fenomeni immigratori che caratterizzano la montagna friulana tra Sei e Settecento.

Ferigo si affaccia per la prima volta sul tema delle dinamiche e dei comportamenti demografici in area alpina nel 1985, con il saggio intitolato Le cifre, le anime. Lo fa in modo originale (per diversi aspetti analogo a quello seguito negli stessi anni dallo storico comasco Raul Merzario) e complementare rispetto a quello che si stava delineando grazie ai lavori di Pier Paolo Viazzo sul sistema demografico dell’arco alpino e le sue modulazioni attorno ai diversi regimi di bassa pressione che ne caratterizzavano ampie porzioni. Infatti, sebbene il sottotitolo faccia un’esplicita allusione a un preciso ambito disciplinare – quello appunto della demografia storica – l’approccio di Ferigo è innanzi tutto di tipo etnologico. Non a caso, l’articolo insiste soprattutto sulla dimensione sociale e culturale dei fenomeni e dei comportamenti demografici da lui studiati. Analizzando i meccanismi omeostatici, non lo fa riferendosi in modo esclusivo alla dimensione quantitativa dei processi demografici, quanto piuttosto alle pratiche sociali volte a garantire gli equilibri della vita familiare e comunitaria. Da qui i molteplici rimandi alle usanze locali riguardanti la scelta del coniuge, alle norme religiose concernenti i periodi in cui era concesso (o meno) sposarsi, alle credenze popolari sui periodi di fertilità delle donne, alle regole che dettavano la scelta dei padrini, agli atteggiamenti nei confronti dell’illegittimità, ecc.

Il secondo tema che fa da cornice ai contributi raccolti nel volume è quello della mobilità e della migrazione. Le ricerche in ambito carnico hanno senza dubbio avuto un peso rilevante nella recente storiografia alpina. I lavori di Giorgio Ferigo (in varie occasioni assecondato da Alessio Fornasin) sui cramârs carnici sono venuti ad ampliare e completare i ritratti tracciati da Laurence Fontaine sui colporteurs delle vallate alpine francesi e rimangono, in tal senso, dei punti fermi per cogliere il significato delle mobilità di mestiere in quella porzione dell’arco alpino durante l’epoca moderna. Nel contempo, essi non mancano di fornire interessanti stimoli per riflessioni di carattere più generale sui fenomeni migratori del passato. Così, l’accento posto sulla stretta connessione tra zone di partenza e zone di approdo richiama alla mente il tema delle pratiche transnazionali che proprio negli ultimi anni è stato al centro di un’abbondante produzione scientifica, forse più teorica che fondata su una puntuale conoscenza e verifica dei fenomeni storici che ne fanno da sfondo. Sulla scorta di un approfondito studio delle fonti, Ferigo ci ricorda che il transnazionalismo è sempre il risultato di un sottile equilibrio tra valori, norme e necessità della vita quotidiana, tra scelta individuale e vincoli collettivi. Il caso di alcuni migranti carnici in terra tedesca accusati, dopo essere tornati in patria, di aver consumato cibi proibiti durante i periodi della quaresima e dell’avvento, mostra come le pratiche transnazionali possano anche dar luogo a una conflittualità tra chi parte e chi resta e che la costruzione identitaria delle comunità di migranti è un processo complesso in continuo equilibrio tra chiusura e apertura.

Questo aspetto tocca da vicino anche un altro tema più volte affrontato da Ferigo, vale a dire quello dello statuto dei migranti carnici in terra straniera. Gli esempi da lui raccolti fanno stato di situazioni assai diversificate: se per taluni la vita in terra straniera è segnata dalla precarietà e dalla costante mobilità che impedisce una reale integrazione, per altri l’ottenimento della cittadinanza straniera è garanzia di una certa tutela giuridica sia personale, sia delle proprie attività economiche. Si tratta di esiti cruciali poiché permettono di capire i modi in cui le contingenze politiche possano modellare le pratiche transnazionali dei migranti alpini.

Sullo stesso piano, inoltre, le analisi di Ferigo confermano il ruolo centrale dell’emigrazione per la storia di molte comunità alpine: proprio nel suo essere nel contempo fattore di coesione collettiva e familiare (attraverso il suo ruolo di sostentamento economico) ma anche di potenziale disgregazione a causa dei rischi di rottura dei rapporti di solidarietà familiare che essa implica ad esempio a seguito del contrasto tra aspirazioni individuali e logiche della riproduzione familiare.

L’equilibrio tra apertura e chiusura affiora con evidenza anche nella terza sezione del volume che raccoglie due articoli pubblicati da Ferigo nel 1997 e nel 2006 e dedicati al tema dell’immigrazione nelle valli carniche. Assieme a Raffaello Ceschi, lo storico tolmezzino è stato tra i primi a chinarsi su questo tema e a interrogarsi sul significato della coesistenza di movimenti di emigrazione e di immigrazione nelle Alpi. Le sue analisi suggeriscono come le mobilità “da montagna a montagna” siano la spia di un modello territoriale che travalica la mera relazione tra centro e periferia; un risultato che, se trasposto ai giorni nostri, può contribuire a immaginare e costruire il futuro della vita nelle Alpi.

Citation:
Luigi Lorenzetti: Recensione di: Giorgio Ferigo: Le cifre, le anime. Scritti di storia della popolazione e della mobilità in Carnia, a cura di Claudio Lorenzini, Udine, Forum editrice universitaria, 2012. Prima pubblicazione in: Archivio Storico Ticinese, Vol. 152, pagine 334-335.

Redaktion
Veröffentlicht am
28.05.2013
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Die Rezension ist hervorgegangen aus der Kooperation mit infoclio.ch (Redaktionelle Betreuung: Eliane Kurmann und Philippe Rogger). http://www.infoclio.ch/
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